Nascita di un figlio, conoscere e affrontare il cambiamento evitando la crisi di coppia
Disturbi e servizi
23 Ottobre 2019
Il desiderio di genitorialità raggiunge prima o poi quasi tutte le coppie, tanto da essere causa di depressione e crisi di coppia quando il tanto desiderato figlio non “arriva”. La nascita di un figlio però, nonostante sia sicuramente una delle gioie più grandi, porta con sé anche la messa in discussione dell’equilibrio raggiunto dalla coppia: vanno rinegoziati i ruoli, le regole, il tempo dedicato al partner potrebbe ridursi, cambiano i rapporti con la propria famiglia di origine e quella del partner, aumentano le responsabilità dei neo genitori. L’arrivo di un neonato segna quindi inevitabilmente un punto di rottura con la vita precedente, con le abitudini e con l’equilibrio della coppia; e questo, se non gestito correttamente, può portare ad una crisi della coppia.
Il cambiamento nella coppia: transizione alla genitorialità
Da compagna/compagno si diventa genitori e nessuno può prepararci a questo importante passo. Spesso le coppie che reagiscono meglio sono quelle che, con una buona capacità organizzativa, hanno saputo suddividersi i ruoli e trovare un accordo prima della nascita del figlio. È necessario confrontarsi con il partner durante la gravidanza o prima del concepimento, bisogna affrontare con chiarezza tutte le tematiche senza dar nulla per scontato: il tempo da dedicare al lavoro e alla famiglia, l’aspetto economico, l’educazione del figlio,…ecc. Una delle motivazioni più frequenti che portano alla crisi della coppia è quando le aspettative che si avevano prima della nascita vengono disattese: è meglio chiarire gli aspetti problematici il prima possibile (a costo di arrivare ad uno scontro), piuttosto che tentare di porre rimedio alla situazione di crisi. La terapia di coppia con uno psicologo potrebbe essere d’aiuto per trovare un punto d’incontro tra i partner.
Dal punto di vista della mamma
Dal primo istante in cui la futura mamma scopre di avere una nuova vita dentro di sé, un’esplosione di emozioni contrastanti l’avvolge: dalla gioia della notizia alla preoccupazione di non essere all’altezza/preparata per un compito così importante.
È fondamentale cercare il supporto del compagno e renderlo partecipe sin da subito delle preoccupazioni, delle proprie emozioni e delle problematiche per affrontare il cambiamento insieme.
Il periodo successivo al parto è un momento di profonda fragilità emotiva per la neo-mamma che necessita della vicinanza del compagno e della famiglia (circa il 10% delle donne soffre di una forma più o meno grave di depressione post-partum), il rientro a casa dall’ospedale spesso è un momento critico per la coppia che si trova da sola a gestire un esserino complicatissimo. La sensazione di non farcela e la richiesta di aiuto non dev’essere vista come una debolezza ma come segno di maturità. Oltre alla difficoltà nella gestione di un nuovo figlio, per la neo mamma, entrano in atto anche molti cambiamento a livello biologico: il livello di estrogeni nel sangue si riduce drasticamente provocando un fisiologico calo del tono dell’umore. Chiaramente, in questo primo periodo, la vita di coppia ne potrebbe risentire in maniera significativa; ma il progressivo ritrovamento di un nuovo equilibrio familiare porterà a recuperare la sintonia della coppia. In questa fase potrebbe essere utile cercare il sostegno di coppia da uno psicologo.
Troppo spesso la maternità viene vista come qualcosa di più forte della paternità, è importante non fare questo errore e affrontare insieme al partner il cambiamento. Si diventa entrambi genitori ed è necessario coinvolgere e rendere partecipe il papà nell’educazione e nella gestione del figlio.
Dal punto di vista del papà
Il percorso per diventare padre inizia con l’inizio della gravidanza, i nove mesi successivi serviranno al futuro papà per prepararsi al cambiamento di ruoli e priorità. Durante la dolce attesa anche l’uomo vive una tempesta di emozioni e sensazioni intense, che spesso però non sono riconosciute e valorizzate. Le preoccupazioni, i dubbi e le gioie vanno condivise con la compagna; per mantenere salda la coppia è indispensabile affrontare insieme ogni difficoltà. Oggi i futuri padri, a differenza del passato, vogliono esserci sin da subito.
Durante la gravidanza il compito principale dei futuri papà è dare tutto il supporto necessario alla compagna per non farla sentire sola e permetterle di affrontare la gravidanza al meglio, questo compito raggiunge l’apice nel periodo subito dopo il parto quando la mamma ha bisogno della presenza costante del compagno.
Il bambino potrebbe essere avvertito come antagonista che toglie spazio e tempo al partner. Spesso, soprattutto da parte dei neo papà, si innescano reazioni di gelosia in quanto tutte le attenzioni sembrano rivolte al bambino. Questo comportamento è generalmente provocato da una mancanza di autostima nell’uomo e la donna può tentare di rimediare rassicurando il compagno che la sua virilità e capacità di seduzione non sono stati intaccati dalla paternità.
Consigli pratici per evitare la crisi di coppia
- Rendere partecipe il partner di ogni scelta che riguarda l’educazione e la crescita del figlio
- Trovare il tempo per il partner programmando periodicamente dei momenti di coppia per stare insieme
- Mettere al mondo un bambino per tentare di evitare una crisi già in atto non migliorerà la situazione, anzi, potrebbe portare ad un ulteriore allontanamento dei partner
- Riconoscere tempestivamente una problematica che potrebbe causare una crisi, parlarne al partner e valutare la terapia di coppia nel caso in cui non si riesca a trovare una soluzione al problema.
- Riconoscere, aiutare e sostenere l’altro genitore nei momenti di stanchezza e di calo dell’umore
- Consolidare il più possibile la propria identità di coppia attraverso la separazione emotiva rispetto alla famiglia di origine
In conclusione
La transizione alla genitorialità è una fase delicata che necessita un impegno concreto da parte di entrambi i partner, la coppia deve essere pronta a mettersi in discussione e a riprogettarsi se necessario anche attraverso il supporto di uno psicologo. È indispensabile allargare lo spazio relazionale fisico ed emotivo passando da una relazione bidimensionale ad una tridimensionale.